Nel corso del tempo abbiamo raccolto la testimonianza di diversi italiani che hanno deciso di visitare ALYN Hospital, ma l’occasione che vi raccontiamo oggi è speciale. La visita è stata compiuta da Sara Tedeschi Blei, consigliere degli Amici di ALYN, insieme a suo figlio Carlo che, come capirete dal racconto, è stato davvero il protagonista del percorso attraverso i reparti dell’ospedale. Poco tempo fa, in occasione del suo Bar Mitzvà, Carlo ha infatti deciso che il regalo più bello sarebbe stato una raccolta fondi per ALYN: un bel modo di affacciarsi alla vita adulta, pensando a chi quella vita sta cercando di raggiungerla. Per questo la visita è stata l’occasione per scoprire una targa a suo nome, ma ovviamente c’è stato anche molto altro. Sara e Carlo, come molti prima di loro, sono usciti da ALYN con tante emozioni da condividere. Ecco quello che ci ha raccontato Sara. “Carlo ed io siamo stati ad ALYN una mattina della scorsa estate. Appena arrivati abbiamo ricevuto un’accoglienza affettuosissima grazie a un cartello con i nostri nomi che ci augurava Welcome to ALYN Hospital, affetto proseguito per tutta la visita. Brenda Hirsch (Director, Resource Development at ALYN Hospital ndr) e il suo staff ci hanno fatto accomodare in una stanza e ci hanno mostrato un breve video di presentazione il cui contenuto era pensato proprio per i ragazzi dell’età di Carlo.
Poi è cominciata la visita e la prima cosa che ci ha colpito nei corridoi era che fossero letteralmente ricoperti di targhe commemorative: decine di pannelli che riportavano i nomi di centinaia di persone, e poi ancora sale e intere aree dell’ospedale dedicate a benefattori di tutto il mondo. L’aspetto eterogeneo delle famiglie che incontravamo ci hanno fatto percepire immediatamente la bellezza di ALYN come luogo di convivenza tra tante persone differenti. Ad ALYN vengono davvero curati bambini da tutto il mondo senza alcuna distinzione di etnia o confessione. Tutti sono lì per il benessere dei piccoli pazienti, il resto è lasciato fuori. Per Carlo è stato molto interessante, oltre che divertente, visitare una stanza con i visori 3D e diverse consolle perché ha capito quanto in realtà questi strumenti possano essere utili e quanto le esperienze videoludiche siano di grande aiuto per gli esercizi riabilitativi dei ragazzi come lui, come un bowling virtuale che esercitava un particolare movimento del braccio che ha potuto provare lui stesso. Tutta la visita alla sezione tecnologica è stata molto approfondita: abbiamo incontrato diverse persone del team di PELE che ci hanno raccontato come sviluppano i loro progetti per i pazienti dell’ospedale, abbiamo avuto l’opportunità di vedere le stampanti 3d creare gli strumenti per migliorare la qualità della vita dei ragazzi e molto altro. Non potevamo poi non visitare la famosa piscina dei corsi di idroterapia, verso cui noi Amici di ALYN abbiamo indirizzato tante campagne di raccolta fondi. Anche lì siamo rimasti molto colpiti dagli apparati tecnologici a bordo vasca che permettono di supportare gli esercizi in acqua persino dei pazienti con un respiratore artificiale.
La cosa che fa veramente riflettere è che camminando per i corridoi di ALYN non sembra quasi di essere in un centro di riabilitazione per bambini disabili: li vedi giocare insieme, con le loro famiglie o con il loro fisioterapista e solo dopo ti rendi conto che c’è chi ha un occhio bendato, chi non respira autonomamente o chi è seduto su una sedia a rotelle. Ogni cosa lì è studiata per far sentire a proprio agio i bambini, a prescindere da quale sia la loro disabilità...Nulla nell’ospedale rende queste situazioni tristi o tragiche, tutto è pervaso da un’idea di positività, dove le situazioni si verificano in modo spontaneo ed efficiente per la felicità dei ragazzi.
Prima di lasciare l’ospedale Brenda e il suo team hanno fatto scoprire a Carlo una targa a lui dedicata in occasione delle donazioni per il suo Bar Mitzvà, un segno tangibile e un ricordo prezioso di un momento importante. Mi riempie di gioia il fatto che Carlo sia stato estremamente contento di questa visita e orgoglioso della scelta fatta qualche mese prima dedicando i regali per la sua maturità religiosa a questa incredibile realtà. E’ stata una mattinata bellissima in cui ci siamo sentiti circondati di affetto. Siamo usciti di lì con la consapevolezza che dobbiamo fare di tutto per aiutare lo staff di ALYN a mantenere vivo e funzionale un luogo unico al mondo per l’attenzione che danno ai ragazzi. Noi continueremo a farlo”.